Where roads end... and silence begins. 📍 Bardonecchia → Col de l’Échelle → Névache → Vallée de la Clarée → Col du Granon → Poët Ollagnier → Refuge du Pré de Madame Carle → Briançon → Montgenèvre Some days start slow. Just enough time to fasten your helmet and immerse yourself in the mountains. From Col de l’Échelle to Névache, every curve is a caress among pines and flowers. The Clarée river flows alongside, like a friend who knows all seasons. I venture into the Vallée de la Clarée: a road closed for much of the year, where you arrive only with respect. In the end, only silence remains. And what a silence it is. Then down towards Briançon, and immediately up the Route du Poët Ollagnier: steep, narrow, wild. At the top, just silence and the panorama of the Écrins on one side and the Galibier on the other. I change pace and tackle the Col du Granon: 2,413 meters of narrow, unforgiving climbs. At the summit, forgotten fortresses and endless vistas. One last thrill: the Refuge du Pré de Madame Carle, at the foot of the Écrins massif. Ice, granite, and the history of mountaineering. I stand there, helmet in hand, watching the air shimmer above the glaciers. I pass through Briançon again, refresh myself. The Montgenèvre Pass brings me home. Blue light, high-altitude silence. I stop, I breathe. Some roads aren't just traveled by motorcycle... but also by the soul. Today I rode four "dead-end" roads. And for each one, I had the privilege of riding it twice. No regrets 😜 If you like my stories, follow me on the Facebook page Paul Hats e i Diari della Moka. Until the next road. Until the next story. ✌️🏍️🏍🏍☕️ ---------------------------------------------------- Dove finiscono le strade… e inizia il silenzio.
📍 Bardonecchia → Col de l’Échelle → Névache → Vallée de la Clarée → Col du Granon → Poët Ollagnier → Refuge du Pré de Madame Carle → Briançon → Monginevro Ci sono giornate che iniziano lente. Il tempo di allacciare il casco e infilarsi nella montagna. Dal Col de l’Échelle a Névache, ogni curva è una carezza tra pini e fiori. La Clarée scorre accanto, come un amico che conosce tutte le stagioni.
Mi spingo dentro la Vallée de la Clarée: strada chiusa per gran parte dell’anno, qui si arriva solo con rispetto. Alla fine, resta solo il silenzio.
E che silenzio. Poi giù verso Briançon, e subito su per la Route du Poët Ollagnier: ripida, stretta, selvaggia. In cima solo silenzio e il panorama sugli Écrins da un lato e il Galibier dall’altro.
Cambio ritmo e affronto il Col du Granon: 2.413 metri di salite strette e senza sconti. In vetta, fortezze dimenticate e panorami infiniti. Ultimo colpo di cuore: il Refuge du Pré de Madame Carle, ai piedi del massiccio degli Écrins. Ghiaccio, granito e storia dell’alpinismo. Rimango lì, casco in mano, a guardare l’aria tremare sopra i ghiacciai. Ripasso da Briançon, mi rinfresco.
Il Colle del Monginevro mi riporta a casa.
Luce blu, silenzio d’altitudine.
Mi fermo, respiro.
Certe strade non si fanno solo con la moto… ma anche con l’anima. Oggi ho percorso quattro strade “cieche”.
E per ognuna, ho avuto il privilegio di passarci due volte. Nessun rimpianto 😜 Se ti piacciono i miei racconti seguimi sulla pagina Facebook Paul Hats e i Diari della Moka Alla prossima strada. Alla prossima storia.
✌️🏍️🏍🏍☕️